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Il Signor Ermenegildo Sette, ricoverato in una clinica per malati mentali, trascorre molte ore del giorno a parlare da solo. Entro i limiti che gli sono assegnati dall'uomo, dalle pastiglie e dal destino, racconta in una stanza isolata di cose accadutegli molto tempo prima nella sua vita cosiddetta "normale", quando ancora era in pieno possesso delle sue facoltà. In questo resoconto, esilarante quanto arguto, narra di tutto e di più: del proprio rapporto con il lavoro, con le diverse fidanzate che ha cambiato, da Clementina alla straniera Sofia passando per Vanessa, Lavanda (poi chiamata Petite); per non dire dei rapporti con la vicina di casa Elena, la zia Serafina e lo zio Mario e degli incontri, tanto speciali e pure bizzarri, con altre persone - che ci parrà persino di riconoscere fra la cerchia di "amicizie e parentele" di ognuno di noi - che lui chiamerà in modo originale come Stambecca, Teiera e il vecchio fumatore accanito Caminetto. Infine, ma non da ultimo, il tragico incidente del cugino Dario lo porterà a conoscere l'infermiera Fernanda, chiamata affettuosamente Vampira, che diventerà la sua futura moglie.